È probabilmente dunque dalla Kramer in poi che si può parlare di arteterapia vera è propria, e cioè, come si è già detto, con lo spostamento dell’attenzione dal prodotto artistico concluso come materiale da interpretare, al processo creativo vero e proprio che, avvalendosi di simboli e metafore, coinvolgendo il soggetto in attività che implicano un impegno sensoriale e cinestesico...