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Tecnica Editoriale

Quale Titolo Scegliere per un articolo di Psicologia

Se ti è sembrato utile l’articolo precedente che parla delle basi per la scelta corretta e funzionale di un titolo, allora questo è un piccolo approfondimento con altri consigli e uno strumento utilissimo.

Il titolo di un articolo di psicologia deve “colpire” il potenziale lettore con parole ben scelte, ben posizionate e in evidenza.

Altrettanto importante è “colpire” dottor Google, in modo che ci indizzi al meglio e prima possibile l’articolo, perchè il tuo obiettivo è farti trovare e farti leggere.

I titoli degli altri

Un primo espediente da fare è andare a vedere gli altri cosa hanno fatto e cosa hanno scelto.

Se scrivi su Google la parola chiave sul quale è centrato il tuo articolo vedrai che Google ti propone predettivamente due cose:
1) le parole che potrebbero finire o completare la tua ricerca
2) gli articoli che rispondono già a quella ricerca

Vediamoli insieme.

Potenziale di Equilibrio

Come vedi mentre scrivo la mia ricerca sul “potenziale di equilibrio“, quando arrivo a “potenziale di e” quelle che vedi sono i risultati predittivi che cerca di fare Google, ovvero il motore di ricerca prova ad anticipare la tua ricerca, a completarla prima, per fare tutto velocemente.
Ovviamente si basa sulle ricerca di altri e te le propone.
Quindi tu sai cosa stanno cercando gli altri.

Ma andiamo oltre (prova a fare le ricerche che ti sto indicando per verificare tu stessa).
Fai la ricerca completa e vedrai comparire il nostro articolo primo, in alto.
(dopo entreremo a vederlo, ma per adesso scorri verso il basso).

Le parole chiave suggerite per l’articolo di psicologia

Le parole chiavi correlate

Ed ecco apparire in fondo all’articolo, che stavi cercando, quelle correlazioni di ricerca che sono “vicine“, che sono “simili per Google e quindi sono per te un suggerimento di argomenti che potresti trattare per completare l’articolo. Ovviamente non tutte, ma alcune possono essere utili.

Articolo troppo lungo

Mi capita spesso, quando sono in Redazione, di ricevere articoli troppo lunghi e altrettanto spesso mi sento chiedere “Cosa posso fare”?

Bisogna che tu valuti il contesto in cui esponi il tuo elaborato: noi pubblichiamo articoli di una frase (quasi mai!) ma anche trattati che superano le 130 pagine!

Prima di tutto chiedici consiglio perchè le soluzioni possibili sono molte.

Una soluzione è convertire il tuo articolo di 30 pagine in un file PDF da poter scaricare, quindi fare un articolo di presentazione dell’elaborato.

Questa soluzione non è la migliore, anzi! Ma se per te è “o così o nulla” è una tua scelta.

La soluzione migliore per un articolo lungo

Considera il tuo lettore come al centro della tua azione e del tuo scritto.
Aiutalo a leggere quello che scrivi.
Dividi il tuo articolo in tanti sub-articoli che riportano all’articolo centrale: questo ultimo descrive e rimanda ad altri articoli che dettagliano quell’aspetto particolare.

Ma qui stiamo parlando di Titoli:
NON fare psicolab.net/titoli1 – Psicolab.net/titolo1bis…. perchè crei un disastro e google ti scansa come la peste.

Fai il titolo centrale e poi titoli “simili” al primo ma diversi!

Differenza tra titolo fuori e dentro

Sto per parlarti nella maniera più semplice di un aspetto importante: la differenza tra il titolo che leggi nella SERP, ovvero nell’elenco dei risultati dati dalla ricerca ed il titolo che leggi nell’articolo.

Spesso sono uguali, ma non è così sempre e non lo è per Google!

Quando fai un copia e incolla sui social, sulle chat di whatsapp o ad un altro articolo tu “copi e incolli” il “title”, quello che è nella URL ( www.psicolab.net/title), ma quello che può trovare dentro l’articolo il lettore può essere diverso (è un H1) e google indicizza anche lui, quindi….

A volte conviene farli diversi!

Il TITLE è visibile nella SERP, nel link che passi o che incolli, il tag H1 è invece il “titolo” visibile all’interno della pagina e solo lì.

Strumento utile che suggerisco è:

—- > UBERSUGGEST < —-

A cosa serve?

inserisci la parola su cui stai lavorando nella barra centrale e lui ti risponde dicendoti quanto è interessante per il pubblico e ti indica anche la “stagionalità” di quella parola.

Pensa alla parola “Bullismo”.

Quando è più letto un articolo? Quando è più vivo quel sentimento, magari durante il periodo scolastico.

Come sempre se ti è piaciuto questo articolo condivisolo con i tuoi amici.

Alessandro
Redazione

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