Scrittura manuale e corsivo sono ancora importanti
Perché oggi è ancora importante utilizzare la scrittura manuale e lo stile corsivo?
Cosa perdono le generazioni digitali nello smettere di scrivere a mano?
La scrittura manuale è un processo lungo e complesso che investe, coinvolge ed integra abilità motorie, linguistiche, visuo-percetttive, attentive, emotive, di memoria e strategia anticipatrice che si organizzano attraverso la collaborazione dell’emisfero sinistro per le elaborazioni verbali e dell’emisfero destro per le elaborazioni spaziali.
Con la rivoluzione informatica e la digitalizzazione inizia il cambiamento, un cambiamento in particolare all’interno della scuola, che sta portando alla perdita della scrittura a mano, ritenuta una disciplina obsoleta ed inutile.
Una scuola che una volta era fatta di penne e matite, mentre ora è diventata una piattaforma di tastiere elettroniche e altri dispositivi.
Test di scrittura manuale coi bambini
Benedetto Vertecchi, professore emerito di Pedagogia all’Università Roma Tre, a capo di un gruppo di studio sui bambini e la scrittura manuale, spiega il risultato di numerosi test eseguiti, dove viene dimostrato che scrivere a mano aumenta enormemente la capacità di usare il linguaggio. Scrivendo con la penna sul foglio di carta, il pensiero si esprime in modi più riflessivi che utilizzando altri mezzi, oltre ad apportare effetti positivi sulla motricità fine, poiché un bambino che tiene correttamente una matita saprà allacciarsi le scarpe ed usare correttamente le posate.
Scrivere con carta e penna costituisce un’esperienza completamente diversa dallo scrivere su una tastiera: innanzitutto, il contatto fisico con il foglio di carta, su cui l’avambraccio scivola, è una forma di azione come strumento di conoscenza e interazione con l’ambiente; anche la postura, la giusta prensione dello strumento grafico sono un modo di percezione del sé, dello stare per poi agire, del condurre il gesto grafo-motorio che avanza nello spazio, nel mondo, lasciando una traccia di sé.
Il movimento frenetico e convulso con cui si digita sui tasti, non rende invece il senso dell’avanzare e priva lo scrivente di sensazioni e percezioni, elementi distintivi della scrittura a mano, caratterizzata da “lentezza creativa” che permette di valorizzare il tempo.
Quali direttive dà il Ministero dell'Istruzione sulla scrittura manuale
Dobbiamo quindi parlare di fallimento delle diverse agenzie educative?
Ad oggi mancano delle direttive precise da parte del Ministero dell’Istruzione sul metodo di insegnamento della scrittura, generando dubbi e confusione tra gli addetti ai lavori.
La perdita della scrittura manuale, sofisticata funzione intellettiva e specchio distintivo del nostro essere come persone, è qualcosa di grave. Scrivere usando la nostra grafia ci rende unici e qui si entra nella spinosa questione del corsivo. Tra esperti che discutono e si dividono in favorevoli e contrari, le numerose ricerche compiute evidenziano che utilizzando lo stile corsivo si contribuisce al corretto sviluppo di abilità motorie, favorendo la coordinazione, la fluidità del movimento e la capacità di modulare la pressione della penna sul foglio; essendo inoltre uno stile difficile da imitare, si limita il rischio di falsificazioni di manoscritti; permette una scrittura scorrevole e veloce; essendo uno stile legato, nei bambini con difficoltà di lettura aiuta a prevenire l’inversione delle lettere poiché favorisce la percezione della parola come entità a sé stante; contribuisce alla costruzione identitaria nella fase adolescenziale.
Semi-analfabetismo o evoluzione digitale
Molti ragazzi sono praticamente incapaci di scrivere in corsivo.
Anni fa, questa condizione sarebbe stata definita come “semi-analfabetismo”, attualmente è la conseguenza di scelte ideologiche di esperti che hanno deciso di abbandonare l’insegnamento tradizionale di questo stile per rendere l’apprendimento più facile e veloce.
Ma è proprio così?
Scrittura a mano ed utilizzo dello stile corsivo sono invece un patrimonio da custodire e conservare, contro la distribuzione incondizionata e spesso poco ragionata di strumenti compensativi che ne limitano o peggio, eliminano l’impiego; rappresentano due forme di comunicazione non alternative, ma complementari, idealmente destinate a coesistere ed integrarsi tra loro.
Un uso mirato, consapevole di entrambe, può permettere l’acquisizione di nuovi percorsi comunicativi, di apprendimento, capaci di sfruttare sia le potenzialità offerte delle nuove tecnologie sia di non perdere le funzioni esclusive connesse alla scrittura manuale.
Rita Bimbatti, Pedagogista Clinico, Sociologa della Salute, Educatore della Scrittura
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