Il comportamentismo considerò lo sviluppo morale come aspetto dell’apprendimento, dovuto quindi a rinforzi o punizioni, tuttavia un comportamento per essere rinforzato deve prima prodursi spontaneamente, perciò è probabile che prima si apprendano i comportamenti per osservazione e imitazione di modelli e che poi essi aumentino di frequenza se rinforzati.
Bandura ha mise in discussione tale approccio assumendo una prospettiva di interazionismo cognitivo sociale, contestando la gerarchia di forme di moralità. Egli ritenne che orientare le ricerche allo studio degli stadi di ragionamento limitasse la conoscenza del comportamento morale. Delineò così una prospettiva teorica che considerava lo sviluppo morale entro un processo interattivo globale, coinvolgente fattori individuali/personali e ambientali/sociali (istituzioni culturali, famiglia, media); i sistemi di valori e le forme di giustificazione di comportamenti aggressivi nascerebbero come risultanti di queste interazioni. Attenzione specifica è rivolta all’organizzazione dei controlli interni, le auto-sanzioni, e a quali meccanismi e condizioni ne regolano l’attivazione e la disattivazione, causa quest’ultima del comportamento immorale.