Il termine appetito indica la percezione della necessità di alimentarsi, determinata da segnali di diversa natura:
1. Segnali nervosi di provenienza centrale, dovuti all’attivazione del “centro della fame,” situato a livello ipotalamico;
2. Segnali nervosi di origine periferica, costituiti da stimoli chimici, come la presenza nello stomaco di acido cloridrico, e meccanici, ad esempio l’aumento del tono e della peristalsi gastrica.
3. Segnali psicologici: dovuti a motivazioni interne al soggetto, che può decidere o di sovraalimentarsi, abbuffarsi, non per fame fisiologica ma per ragioni di ordine psicologico e nervoso, oppure di digiunare per i soliti motivi.
L’appetito può presentare gravi alterazioni, nel senso di una riduzione o di un aumento, in molte condizioni patologiche: traumi psichici, malattie mentali, avitaminosi B1 e A, malattie dell’apparato digerente, diabete (crisi di fame sincopale). Mentre alcune malattie del sistema nervoso centrale provocano una fame vorace (polifagia), talvolta con contenuto ossessivo (bulimia), altre affezioni determinano la diminuzione o addirittura la scomparsa dell’appetito(anoressia).