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Autore Pro, Comportamento

Luci automatiche a San Siro

Psicodramma dei bagni delle donne

Parliamo delle luci automatiche nei bagni pubblici. Parliamone. O meglio, che facciano coming out quei signori che ne hanno definito la durata di accensione.

Una donna che ha semplicemente necessità di fare pipì, in un bagno pubblico deve trovare un gancio per la borsa o tenerla in mano o sulla spalla mentre si abbassa pantaloni e mutande oppure tira su la gonna e giù gli slip.

Dimmi come ti vesti e ti dirò come fai pipì

Tempo di esecuzione? Dipende dalle dimensioni del bagno, della borsa, dall’abbigliamento e dalla velocità individuale. Qualche secondo sicuramente per tutte noi.

Per non parlare degli outfit. Le salopette ci perseguitano dai tempi dell’infanzia e ce le ritroviamo d’inverno nei bagni dei rifugi e d’estate nei ‘Sebach’ dei locali all’aperto; poi abbiamo gli sventolanti pantaloni larghi, le gonne lunghe, i vestiti a dea greca… tutti raccolti in un bel fagotto che sembra il bambinello del presepe.

Esercizi ginnici e wc

Esistono inoltre diverse scuole di pensiero: quelle che avvolgono il wc come una mummia e le più ginniche che assumono la posizione a “squat” avvicinandosi alla seggetta più possibile ma senza assolutamente toccarla.

Entrambe le scuole prevedono che s’indossi almeno le mutande, se non anche i pantaloni o i collant o le mutande i pantaloni ed i collant che, per inciso, stringono le gambe tra il ginocchio e la caviglia come un laccio emostatico.

Bisogna quindi usare anche un po’ gli adduttori affinché non cada tutto a terra.

Il rilascio

Data la contrazione di tutta la muscolatura dall’addome in giù, ci vuole qualche secondo prima di rilassare la vescica e lasciare andare il getto.

Se il getto è troppo forte va di nuovo contratta la pancia per non innaffiarsi le gambe, se è troppo gocciolino bisogna spingere un po’ sennò non esce bene.

Massima concentrazione tesa ad evitare il contatto con le schifezze altrui.

Ecco… si può spegnere pure la luce mentre sei in questa situazione? 

Sì.

Pierina la lucina

Il primo pensiero che ti viene è: “ma chi ca**…” e fermi il getto per qualche secondo.

Poi ti sovviene  che non c’è Pierino la peste che ti fa gli scherzi davanti al cesso, sono solo le maledette luci automatiche

Allora, se non hai in mano la borsa, il cellulare e/o la parte sopra della salopette, tenti di gesticolare per riaccendere la luce, ma arrivi solo sopra la testa che è quasi all’altezza delle ginocchia perché stavi controllando la mira.

Ti sollevi un po’ ma senti che il rumore cambia, stai perdendo il centro del water e quindi di nuovo ti fermi.

Capisci che non c’è rimedio e finisci alla cieca. 

La carta ovviamente non la trovi e quindi ti asciughi alla meno peggio.

Le luci si riaccendono e tu ti vedi nello specchio completamente sudata e… devi tornare a tavola. 

Parliamone.

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Valentina Maltagliati

Autrice del libro: "Elevator Pitch” (ed. 2011 e 2020) alleno startup e spin-off ad ottimizzare la presentazione del proprio progetto per sottoporlo a potenziali investitori alleno gli aspiranti imprenditori. In questo ruolo collaboro da diversi anni con l’Incubatore Universitario Fiorentino (IUF) e con numerosi Enti che erogano percorsi di formazione imprenditoriale.

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