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Relazioni

Le Perversioni Sessuali

Secondo una definizione di Umberto Galimberti (2000) la perversione sessuale è  un comportamento psicosessuale che si esprime in forme atipiche rispetto alla norma.   Krafft-Ebing (1953) definiva perversa ogni manifestazione dell’istinto sessuale non corrispondente allo scopo della natura, che sarebbe unicamente quello riproduttivo..   Mentre nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV) (1994) le perversioni sessuali sono definite con il termine di parafilie.   Queste perversioni sono costituite da fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti sessualmente, che in generale possono riguardare oggetti inanimati, la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del partner, o che coinvolgano persone non consenzienti o bambini.    Le parafilie assumono carattere di patologia quando i comportamenti, i desideri sessuali o le fantasie diventano pervasive nella vita del soggetto provocando un disagio significativo sul piano dell’adattamento sociale e lavorativo. Se talune fantasie erotiche dal carattere di superficiale perversione vengono vissute o agite sotto forma di gioco o in modo simulato e sempre nel rispetto reciproco tra i partners, non si può parlare di parafilia o di una perversione patologica, in quanto la relazione sessuale matura prevede la possibilità di esprimere in modo armonico ed integrato, nelle luci e nelle ombre ricercate della sensualità e nell’intima reciprocità, i vari aspetti dell’immaginario erotico.   Per il DSM IV (1994) ogni parafilia deve durare per almeno sei mesi ed essere presenti fantasie, impulsi sessuali, o comportamenti ricorrenti, e intensamente eccitanti sessualmente che comportino le azioni di cui sopra. Ogni “condotta sessuale” per essere definita parafiliaca ha necessità di causare disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento. Le principali perversioni sessuali che sono prese in considerazione in ambito psicopatologico riguardano:
• la pedofilia,
• l’esibizionismo,
• il voyeurismo,
• il masochismo,
• il sadismo,
• il frotteurismo,
• il feticismo,
• il travestitismo.
Le perversioni sessuali coinvolgono primariamente, ed in alcuni casi in modo quasi esclusivo, il sesso maschile. Solo il masochismo ha un rapporto di 1 femmina su 20 maschi, rivelando come questa parafilia possa essere quella sicuramente presente nel sesso femminile. (DSM-IV 1994).
Riassumiamo sinteticamente i caratteri salienti delle principali forme di perversione sessuale, di cui alcuni sono integrati da una brevissima descrizione della parafilia in questione vista dall’ottica psicoanalitica:
PEDOFILIA
La Pedofilia è una perversione sessuale che comporta attività sessuale con bambini prepuberi (generalmente di 13 anni o più piccoli).
Secondo il DSM IV (1994) per poter definire un soggetto pedofilo, questi deve avere almeno 16 o più anni, e deve essere di almeno 5 anni maggiore del bambino.
I soggetti pedofili possono esprimere il loro disturbo commettendo abusi sui propri figli, o su figliastri o anche su bambini scelti al di fuori della cerchia familiare, per esempio nell’ambito lavorativo, se il pedofilo svolge un’attività relativa al mondo dell’infanzia.
 Dal punto di vista psico-patologico, secondo G. O. Gabbard (1995) la pedofìlia è un tipo di sessualità definibile come narcisistica, nel senso che il pedofilo vedrebbe il bambino come una proiezione dell´immagine di sé.
L’ipotesi secondo la quale il pedofilo cerca i rapporti sessuali con i bambini per fronteggiare un problema di impotenza, sembra non essere sostenibile. L´idea che i pedofili soffrano di una patologia narcisistica è oggi l´ipotesi più accreditata, infatti l´attività sessuale con bambini prepuberi rafforzerebbe la fragile stima di sè del pedofilo.
ESIBIZIONISMO
L´esibizionismo è una perversione sessuale che comporta l´esposizione dei genitali ad un estraneo.
Qualche volta il soggetto si masturba mentre si mostra (o mentre fantastica di mostrarsi).
L´insorgenza del disturbo avviene di solito prima dei 18 anni, anche se il disturbo può cominciare in età più avanzata.
 Dal punto di vista psico-patologico le azioni esibizionistiche possono insorgere come conseguenza di un’umiliazione subita da parte di una donna. Nell’atto esibizionista il soggetto si vendicherebbe dell’umiliazione subita scioccando delle sconosciute.
Gli esibizionisti rivelerebbero una profonda insicurezza circa la propria virilità.
VOYEURISMO
Il voyeurismo comporta l´atto di osservare soggetti ignari mentre sono nudi, si spogliano, o sono impegnati in attività sessuali.
L´atto di guardare comporta l´eccitazione sessuale, e di solito non viene ricercata alcuna attività sessuale con la persona osservata. L´orgasmo, di solito indotto dalla masturbazione, può insorgere durante l´attività voyeuristica, o più tardi in risposta al ricordo di ciò a cui il soggetto ha assistito. L´esordio del comportamento voyeuristico avviene di solito prima dei 15 anni. Il decorso tende ad essere cronico (DSM-IV).
 Psico-patologia: Otto Fenichel (1951) ha associato il voyeurismo ad una fissazione inconscia al momento in cui il soggetto, da bambino, vide o sentì per la prima volta i propri genitori avere un rapporto sessuale. Tale evento, in psicanalisi, prende il nome di scena primaria.
MASOCHISMO SESSUALE
Il masochismo sessuale comporta l´atto (reale, non simulato) di essere umiliato, percosso, legato o di essere fatto soffrire in altro modo.
Le pratiche masochistiche sono molteplici e possono prevedere l’uso di oggetti o la messa in atto di condotte attraverso cui si subisce una sofferenza che viene sempre e comunque inflitta da un partner.
La pratiche masochistiche possono condurre a morte per incidenti occasionali che si possono verificare nel corso delle pratiche stesse.
SADISMO SESSUALE
Il sadismo è l’altra faccia del masochismo, nel senso che a provocare l’eccitamento sessuale sono azioni tese ad infliggere sofferenze ad un partner. Anche in questo caso, le pratiche sadiche prevedono l’uso di mezzi che possono essere letali.
Spesso le fantasie sadiche provocano profondi sensi di colpa che divengono disadattivi per il soggetto che ne soffre.
 Medard Boss (1998) si è occupato di perversioni sessuali in ambito analitico esistenziale. A proposito di sado-masochismo egli afferma che i soggetti vittime di questo disturbo, sono persone che a causa di specifici fattori traumatici intercorsi nell’infanzia si ritrovano nell’impossibilità di essere-nel-mondo amando.
L’atto sadomasochista scaturirebbe da un profondo bisogno di dare e ricevere amore, comune a tutti gli esseri umani, il cui soddisfacimento viene impedito da una sorta di insensibilità (fisica nel masochista e percettiva nel sadico) che si cerca di eliminare provocando il dolore, che serve a far sentire “emotivamente viva” ed umana la relazione tra un “Io” ed il “Tu” che altrimenti verrebbe vissuta come fredda, insensibile, inesistente.
FROTTEURISMO
Il Frotteurismo comporta il toccare e lo strofinarsi con i genitali contro una persona non consenziente.
Si manifesta generalmente in posti affollati (per es., marciapiedi affollati o mezzi di trasporto pubblico).
Mentre il soggetto mette in atto i toccamenti con i propri genitali (da vestito) al corpo di un’ignara donna, di solito fantastica una relazione esclusiva di intimità con la vittima.
Comunque, egli si rende conto che per evitare possibili procedimenti giudiziari, deve evitare di essere scoperto dopo aver toccato la sua vittima. Ciò comporta spesso forti stati d’ansia che provocano sofferenze al soggetto.
FETICISMO
Il feticismo comporta l´uso di oggetti inanimati (il “feticcio”) per ottenere eccitazione sessuale e piacere.
Tra i più comuni oggetti feticistici vi sono mutande, reggiseni, calze, scarpe, stivali, o altri accessori di abbigliamento femminile.
Di solito il feticcio è necessario per l´eccitazione sessuale, e si può comprendere come questa perversione possa comportare una limitazione alla libertà di gratificarsi attraverso l’incontro amoroso se questo non viene mediato dall’oggetto feticista.
 La Parafilia può esordire nell´adolescenza, sebbene il feticcio possa essere stato investito di significato particolare già nella prima fanciullezza.
Una volta instauratosi, il Feticismo tende ad essere cronico.
TRAVESTITISMO
Il travestitismo comporta l´indossare abbigliamento del sesso opposto.
Di solito il maschio colleziona indumenti femminili con cui di tanto in tanto si traveste. Quando è travestito, in genere prova piacere, immaginando di essere sia il maschio soggetto che la femmina oggetto della sua fantasia sessuale. Questo disturbo è stato descritto solo in maschi eterosessuali.
 Il travestitismo non viene diagnosticato quando il travestimento si manifesta esclusivamente nell´ambito del transessualismo, che è un disturbo dell’identità di genere in cui il soggetto sente di appartenere al sesso opposto a quello genitale. Un maschio affetto da transessualismo si veste da donna perché si sente donna; un maschio affetto da travestitismo si veste da donna perché ciò lo eccita sessualmente.
Il disturbo più spesso insorge con travestimenti già nella fanciullezza o nella
prima adolescenza.
Esistono, inoltre, delle forme di parafilia che, poichè non soddisfano i criteri diagnostici per nessuna delle precedenti perversioni, rientrano nella categoria diagnostica: Parafilia Non Altrimenti Specificata (NAS).
Gli esempi includono, ma non si limitano a:
 Scatologia telefonica. Telefonate oscene
 Necrofilia. Attrazione sessuale per i cadaveri
 Parzialismo. Attenzione esclusiva per una parte del corpo.
 Zoofilia. Attrazione sessuale per gli animali.
 Coprofilia. Uso delle feci per l’eccitazione sessuale.
 Urofilia. Uso delle urine per l’eccitazione sessuale.
 Clismafilia. Uso dei Clisteri per l’eccitazione sessuale.
DIMENSIONI PSICOPEDAGOGICHE
La strutturazione delle perversioni sessuali, come insegna la psicologia, avviene in età infantile. Se vogliamo analizzare il problema delle perversioni, facendo un’accurata riflessione sul tema, dobbiamo inquadrarlo in una dimensione più ampia: l’educazione alla sessualità.
I problemi relativi al corretto sviluppo psicosessuale non sono solo quelli che riguardano le perversioni sessuali, ma tutte quelle condizioni che impediscono all’individuo di essere libero di amare in modo pieno, non condizionato da fattori subculturali, sessuofobici o psicopatologici che mortificano l’essere che vuole amare pienamente , nel modo più maturo e più specificamente umano.
Chi si occupa di formazione deve conoscere quale sia la strada che può favorire un corretto sviluppo psicosessuale nel bambino, evitando ciò che lo può predisporre a situazioni di anomalia della realizzazione sessuale nel suo futuro.
Se, come afferma Medard Boss (1998), il soggetto perverso è una persona a cui nel corso della sua evoluzione psicosessuale è stato impedito di essere-nel-mondo-amando, si assume, innanzi tutto, la certezza che l’essere umano, anche attraverso l’atto perverso, ricerca l’amore nella relazione.
Riveste, quindi, un’importanza fondamentale l’educazione all’amore.
Educare all’amore nel senso della psicologia umanistica significa educare alla relazione interpersonale, all’espressione delle emozioni, al contatto empatico, allo scambio autentico.
Solo chi saprà emozionarsi sentendosi dire “ti voglio bene” non cercherà alternative, spesso dolorose, per sentire di essere vivo.

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Antonino Fiannacca

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