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Disturbi e Psicopatologie, Individuo

La Sindrome della Couvade

LA SINDROME DE LA “COUVADE”: IL MISTERO DELLA GRAVIDANZA MASCHILE
Si tratta di una sintomatologia aspecifica che coinvolge l’uomo durante il periodo della gravidanza della compagna, spingendolo a sperimentare una condizione profondamente simile alla sua. Si parla per questo di “gravidanza empatica”, in riferimento ad una totale identificazione con la condizione fisiologica della partner, della quale vengono emulati sintomi e condizioni. A partire dallo stato fisiologio: anche nel maschio sono frequenti nausee mattutine, inappetenza o incoercibili desideri alimentari ( le classiche “voglie”), aumento di peso, cefalea e insonnia, soprattutto nel primo trimestre di gestazione, esattamente come accade per la donna.
Dal punto di vista emotivo si riscontrano egualmente tendenza al pianto, instabilità emotiva, cambiamenti repentini di umore; persino l’aspetto ormonale subisce una modifica analoga alla condizione femminile, comportando nell’uomo un aumento della produzione di prolattina e ossitocina, correlati a vissuti di sensibilità, empatia e accudimento, e una diminuzione di testosterone, che indebolisce la tendenza all’aggressività favorendo al contempo una minor risposta allo stress ambientale.

L’origine del disturbo: Ipotesi a confronto

– Dal punto di vista relazionale la sindrome della covata potrebbe risultare ascrivibile ad uno stile di attaccamento ansioso del partner che, di fronte alla possibilità di perdere l’esclusività dell’affetto della compagna, cerca nella somiglianza con la stessa una riduzione dell’ansia abbandonica. In questo senso, il processo identificativo potrebbe rappresentare l’intento di ridurre la lontananza emotiva e creare una dimensione affiliativa in cui la somiglianza sottende stati di sicurezza, familiarità, protezione ( Mikulincer, 1998).
– Secondo un’interpretazione psicodinamica, la gravidanza comporta la riattivazione regressiva di un’angoscia abbandonica cui il maschio reagisce con stati di impotenza e frustrazione. Nel timore che il neonato potrebbe depauperarlo dell’affetto della compagna, egli comincia a nutrire nei suoi confronti vissuti di rivalità che il processo di identificazione consente di gestire adattivamente, annullando da una parte l’ansia abbandonica (introiettare l’oggetto affettivo lo rende parte del Sé) e dall’altra neutralizzando le spinte aggressive e competitive verso il neonato. Grazie ad una totale identificazione- anche emotiva- con la partner, il bambino diventa un “oggetto” fantasticato e desiderato, di cui occuparsi con devozione prima e dopo il parto: alcuni padri mostrano competenze davvero notevoli nella somministrazione delle cure neontali, eguagliando e talvolta superando quelle della madre persino nell’adempimento dei compiti accuditivi prettamente femminili ( ad esempio nutrire o allattare);
– Non è escluso che l’accesso alla paternità risvegli nel maschio vissuti infantili disfunzionali, o ancor peggio traumatici, che in questa fase vengono amplificati dall’esigenza di identificarsi con la figura paterna introiettata. Sotto questo aspetto la cattiva qualità delle esperienze maturate potrebbe rendere più difficile l’abbandono di istanze narcisistiche compensativa- tipiche della condizione filiale- in vista di una piena accettazione del Sé genitoriale.
– È infine possibile che l’identificazione con lo stato gravidico risulti la reazione ad un vissuto frustrante comportato dal potere generativo della donna, che l’uomo vorrebbe sperimentare in prima persona ma da cui si sente irrimediabilmente escluso. Da qui la possibile comparsa di vissuti di invidia verso la madre che il processo di identificazione contribuisce a depotenziare, esercitando sugli stessi un effetto catartico – liquidatorio.

Quanto dura e come si tratta la Sindrome della Couvade

Si tratta di un disturbo psicosomatico di matrice indubbiamente emotiva, solitamente destinato a concludersi subito dopo il parto, quando la condizione gravidica e i suoi correlati tendono a scomparire, favorendo il consolidarsi di nuovi equilibri strettamente associati alla funzionalità e all’equilibrio del ruolo paterno. Per questo non è il caso di sottovalutare l’eventuale presenza di un disagio, pre o post gravidico, nei neo papà.
Qualsiasi sia l’origine, la sindrome della covata deriva da una cattiva gestione emotiva che spinge l’uomo a somatizzare un disagio non verbalizzato, e per questo ingestibile: ciò può rendere più difficile la costruzione di una dimensione genitoriale e co-genitoriale adeguata, compromettendo gli equilibri di coppia e quelli familiari.
Trattarlo adeguatamente già prima della nascita tramite sedute supportive, colloqui psicoeducativi, implementazione delle strategie comunicative, familiarizzazione con il ruolo paterno- reale e interiorizzato- significa investire sul benessere psicofisico non soltanto del futuro padre, ma su quello dell’intero nucleo familiare, favorendo l’evoluzione della coppia e una più sana crescita del nuovo nato.

RIFERIMENTI
Lera, S., Bazzani, F. ( 2007) La sindrome della Couvade, Riv. sessuologia, vol. 31 n. 3.
Psicologia del Sé femminile
Mikulincer, M. (1998) Adult attachement style and affect regulation: strategic variations in self- appraisal, in Journal of personality and Social Psychology, 75, pp. 420-435.

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m. rebecca farsi

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