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Disturbi e Psicopatologie

Burnout: cos’è e come combatterlo

Il burnout è una delle problematiche più diffuse al giorno d’oggi. Questa sindrome, sempre più correlata al lavoro, vede il soggetto che ne soffre esaurire le proprie energie fisiche e mentali, manifestando sintomi che vanno dall’apatia verso situazioni fino a poco tempo prima considerate normali, senza dimenticare gli attacchi di nervosismo e di rabbia anche nella vita privata.

Come già accennato, il burnout è spesso legato a contesti lavorativi. Nel momento in cui si viene colpiti da questa sindrome, si ha a che fare anche con una forte riduzione delle performance sul lavoro.

Cause

Il burnout, condizione alla quale sono particolarmente esposti i professionisti che lavorano nel mondo delle relazioni d’aiuto, così come i caregiver di parenti, per non parlare di coloro i quali lavorano nel campo della comunicazione e dei new media, è causato da diversi fattori.

Tra questi è possibile includere le tensioni emotive con i colleghi e la poca aderenza tra i propri valori personali e quelli dell’organizzazione per la quale si lavora o con cui si collabora.

Dalla mancanza di obiettivi fino alla sensazione di non essere riconosciuti per il proprio lavoro, sono davvero tante le possibili cause del burnout.

Per fortuna, esistono diversi espedienti sia per prevenirlo, sia per risolvere la situazione nel momento in cui si dovesse presentare.

Come prevenire il burnout

Qualora si dovessero riscontrare, ascoltando il proprio corpo e la propria mente, sintomi di un possibile inizio di burnout, come per esempio la frequente stanchezza o il mal di testa, senza trascurare l’aumentata frequenza di momenti in cui ci si sente poco motivati, è importante mettere in atto alcuni accorgimenti per prevenire un peggioramento della situazione.

Eccone alcuni:

  • Miglioramento dei rapporti con le persone con le quali si lavora: in alcuni casi, può bastare un sorriso in più per sbloccare una situazione che, per tanto tempo, è stata all’insegna della mancanza di dialogo. In caso di contesto in cui è totalmente assente un confronto costruttivo, la prima cosa da fare è recarsi presso l’ufficio del personale, per valutare in maniera oggettiva la situazione.
  • Ottimizzazione del bilancio tra lavoro e vita privata: a tal proposito, è essenziale optare per la disconnessione oltre una certa ora della giornata e per il miglioramento dell’igiene del sonno. Per quest’ultimo obiettivo, è essenziale evitare l’esposizione agli schermi nelle due ore prima di dormire e, in caso di difficoltà, dopo aver consultato il proprio medico di fiducia valutare l’assunzione di integratori a base di magnesio per dormire.
  • Dedicarsi all’attività fisica, un tassello della quotidianità nodale per ottimizzare la gestione dello stress.

Rimedi

Passiamo ora ai rimedi. Il principale da chiamare in causa nel momento in cui si presenta la sindrome è la psicoterapia, in particolare quella a orientamento cognitivo comportamentale. Grazie a questo approccio, il paziente ha la possibilità, con la guida del terapeuta, di sradicare le proprie convinzioni limitanti e di mettere fine a comportamenti poco funzionali.

Negli ultimi anni, si sono fatti spazio altri approcci legati all’orientamento cognitivo comportamentale. Uno di questi è la Mindfulness, una forma di meditazione che prevede un atteggiamento non giudicante sul momento presente.

Può essere molto utile, sempre con l’aiuto di un professionista, per esempio un business coach, lavorare sulla possibilità di cambiare lavoro, incanalando le proprie risorse su situazioni diverse rispetto a quella che ha provocato il burnout.

Molto spesso, dietro al manifestarsi della sindrome ci sono le situazioni di chi, per lunghi anni, ha svolto una professione che non sente propria, scelta magari per soddisfare le aspettative della famiglia o per meri obiettivi economici.

Concludiamo rammentando che, nei frangenti in cui il burnout è causato da situazioni di mobbing sul lavoro – anche orizzontale, non solo verticale – è essenziale contattare un avvocato specializzato.

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