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Oggi ho avuto l’ennesima riprova che focalizzarsi sugli obiettivi, oltre ad essere decisivo per le proprie scelte professionali: funziona davvero!
Nel film La Camera Dei Segreti, il saggio Albus Silente dice: “Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quello che siamo veramente, molto più delle nostre capacità”.
Questo è uno dei primi assiomi sul focus: non conta quello che è accaduto nel tuo passato o cosa ti sta accadendo in questo momento, ciò che determina il nostro vero Essere è decidere di porre maggiore attenzione su quello che è veramente importante per noi e sulle azioni stiamo compiendo per ottenerlo.
Sono le nostre scelte che contano. Che tipo di Università frequentare, chi sposare, se iniziare una nuova impresa professionale oppure stare fermi e cercare delle scuse. La vita stessa è il risultato delle nostre decisioni. Se avessi fatto medicina ora forse eserciterei la professione medica anziché insegnare comunicazione. Forse sarebbe stato meglio? Peggio? Sicuramente sarebbe stato diverso! Decisioni uguale destino. Quindi se vogliamo una vita diversa, dobbiamo fare delle scelte diverse.
Ma quando decidiamo di darci una svegliata, di cambiare qualcosa nella nostra esistenza, l’attrazione verso la dispersione di energie è fatale. Allora partiamo da un cambiamento piccolo: dove porre il nostro focus.
Innanzitutto dobbiamo fissare degli standard qualitativi. Gli standard devono indicare il livello minimo sotto il quale non vogliamo abbassarci, ma anche il livello massimo al quale puntare. Troppe persone scelgono in base a criteri sbagliati: le aspettative dei nostri genitori, della società, le nozioni che abbiamo “imparato” nel corso degli studi. Invece l’unico criterio che deve guidare la scelta dei nostri standard è la passione. Cosa ci piace fare davvero? E qui subentra la paura… molte volte quando esercito il mio ruolo di counsellor chiedo: “se tu avessi una bacchetta magica, e potessi trasformarti nel professionista ideale, come saresti? Che lavoro faresti?”. E qui quasi tutti crollano. Sembra quasi che l’educazione ci abbia inibito la capacità di sognare…
Anthony Robbins, uno dei più quotati coach a livello mondiale sostiene “Most people fail in life because they major in minor things.” Ovvero “la maggior parte delle persone fallisce perché primeggia su cose di scarsa importanza”. Il nostro focus deve sempre mirare alle cose che contano veramente, le cose “grandi”. Pensiamo in grande! E’ gratis. E poi ciack, azione! Vogliamo iniziare una dieta? Dobbiamo mollare subito il caffè zuccherato che ci stiamo gustando mentre leggiamo questo articolo. Non ha senso iniziare “da lunedì”.
Inoltre mi preme aggiungere una nota sulla direzione del focus. Qualche tempo prima di Robbins, Seneca sosteneva: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Questo vale anche per il focus mentale. Se voi ci focalizziamo su ciò che non vogliamo, sulla paura, sul rifiuto, il risultato sarà esattamente l’opposto di quello che desideriamo. Faremo come i gamberi: procederemo all’indietro, ma con lo sguardo fisso al problema. Il focus va orientato su quello che si desidera ottenere.
“Cerca e troverai!” afferma con decisione Tony Robbins. La nostra mente è programmata per aiutarci a trovare ciò che stiamo cercando. E a volte ci frega pure, facendoci trovare anche cose che non esistono realmente… i pensieri negativi, le vocine interne…
Il trucco è: concentrarci sul positivo! Su quello che nella vita ci ha resi orgogliosi: i figli, la casa, una situazione critica affrontata con coraggio. Quando ci concentriamo sulle cose che ci hanno riempiti di orgoglio, cambia tutta la nostra fisiologia: il respiro, lo sguardo, il sorriso, la postura; ci sentiamo inevitabilmente meglio.
Gli studi psicologici contemporanei che utilizzano la PET o la FMRI (tecnologie che studiano la relazione tra l’attività delle aree cerebrali e specifiche funzioni cerebrali), hanno dimostrato che si attivano le stesse aree cerebrali quando osserviamo o sperimentiamo una situazione o quando la immaginiamo!!! Ne sarebbe fiero Shakespeare che nel Macbeth scriveva “E’ un pugnale? (…) o è soltanto un pugnale della mente, una creazione falsa che nasce dal cervello oppresso dalla febbre?” (cit. atto II, scena I).
Allora il trucco è questo. Anche se ci troviamo in circostanze oggettivamente critiche, focalizziamoci su aspetti positivi. Ripensiamo ai quei momenti in cui ci siamo sentiti orgogliosi, grati, appagati. Gasiamoci! Motiviamoci! E poi immaginiamoci già vincenti, realizzati, su un solo obiettivo per volta. Guardiamolo fisso come se fosse l’isola che dobbiamo raggiungere con la nostra barca, puntiamo il timone e spieghiamo le vele.
Il nostro focus, la nostra concentrazione è “controllata dalle domande”. Se ci poniamo domande e obiettivi diversi, otterremo risposte e situazioni diverse. Una domanda stupida ottiene inevitabilmente una risposta stupida… come con i computer: quando l’input è sbagliato, la risposta è inevitabilmente insoddisfacente.

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Valentina Maltagliati

Autrice del libro: "Elevator Pitch” (ed. 2011 e 2020) alleno startup e spin-off ad ottimizzare la presentazione del proprio progetto per sottoporlo a potenziali investitori alleno gli aspiranti imprenditori. In questo ruolo collaboro da diversi anni con l’Incubatore Universitario Fiorentino (IUF) e con numerosi Enti che erogano percorsi di formazione imprenditoriale.