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SVILUPPO

Femminicidio tra patriarcato cultura e potenzialità emotive.

Lo sviluppo dell’individuo è un percorso complesso, caratterizzato dalla crescita fisica e da quella psichica.
Lo sviluppo psichico vede tra i suoi più complessi ed importanti traguardi quello dell’emancipazione emotiva.
Le emozioni e i sentimenti sono avvertiti a livello fisico ed interpretati a livello mentale attraverso una serie di dinamiche complesse ancora in fase di studio.
La paura l’ansia l’angoscia sono emozioni che gli individui imparano a riconoscere in quanto meccanismi di difesa da minacce esterne, così la rabbia il rancore e l’angoscia (magari generata da una probabile separazione) sono anche queste emozioni.
I comportamenti umani sono guidati dalle emozioni, ciò significa che il modo di rapportarsi a gli altri e il modo di gestire relazioni è strettamente collegato al sistema emozionale individuale.
Una difficoltà nel gestire nell’identificare e nel trattenere l’emozione così come nell’ evacuarla è un problema di sviluppo di una abilità, di una potenzialità espressa male.
In ambito psicologico si parla già da decenni di intelligenza emotiva come di una capacità che come altre capacità (intellettiva, cognitiva) descrive l’abilità soggettiva di decodificare, riconoscere, catalogare, esprimere in modo equilibrato le emozioni. Questa abilità tanto complessa vede tra le sue principali caratteristiche quella di riuscire ad interpretare lo stato emotivo altrui: l’empatia.
E chiaro quindi che le emozioni sono delle abilità e come tali vanno affinate a partire dall’età in cui queste vengono ad essere strutturate, partendo dalla prima infanzia.
La cultura della negazione delle emozioni, la cultura familiare che nega le emozioni, la cultura sociale che obbliga a nascondere l’emozione quasi ad essere segno di virilità e di forza non fanno che rendere la comprensione delle emozioni e il potenziamento delle abilità emotive più difficoltoso.
Un ragazzo che non è in grado di tollerare la paura dell’abbandono della separazione o del tradimento è un uomo o un ragazzo che non ha maturato abilità mentali sufficienti a gestire queste emozioni, inoltre non ha imparato ad affinare le abilità psichiche e relazionali che portano le emozioni ad essere collegate in modo sano con la mente, con i pensieri, con i vissuti quindi con i comportamenti.
La frustrazione violenta spinge buona parte di questi soggetti potenzialmente assassini a premeditare un suicidio ancora prima che un omicidio, ossia a premeditare la fine di un tormento non più gestibile.
Se è vero che è il ragazzo della porta accanto a poter commettere atti così terribili è vero anche che la cattiva gestione dei rapporti interpersonali può essere un campanello d’allarme: “Se mi lascia mi uccido, se mi lascia la uccido”.

Ciò che ritengo sia davvero importante è la prevenzione.

Esistono diverse forme di prevenzione la primaria consiste nella formazione-informazione.

Se iniziassimo dalla scuola, dalle comunità sociali, a livello mediatico
istituzionale e politico a parlare di emozioni in quanto abilità di riconoscere e a parlare di emozioni in quanto potenzialità dell’essere umano anziché demonizzare generalmente categorie: uomini, ragazzi, uomini e ragazzi della porta accanto, ci ritroveremo in futuro dei soggetti capaci di capire che il sistema psichico e quello emotivo sono abilità di cui prendersi cura allo stesso modo in cui oggi si fa per i muscoli in palestra. Educhiamo i ragazzi ad essere empatici, gentili, emotivi sensibili ed avremo una generazione che tornerà ad essere ancorata a valori profondi.
La gestione di un rapporto che va a concludersi è un evento psichico molto impegnativo, perlomeno quanto l’elaborazione di un grande evento luttuoso e traumatico. Questo è contraddistinto da fasi che richiedono competenze precedentemente acquisite, da usare come strumenti per il ritorno ad uno stato d’equilibrio da persona single: la capacità di riconoscere ed ascoltare le proprie emozioni, di regolarle ed esprimerle
in modo sano e costruttivo.
Ritengo che ogni ragazzo o ragazza, uomo o donna abbia il diritto di essere sostenuto professionalmente durante un periodo di separazione e che sia necessario potenziare in questo senso il ruolo e la presenza degli psicologi in ambito scolastico, universitario, extra istituzionale e lavorativo. Certi eventi possono portare a galla gravi incapacità e necessitare di un pronto intervento psicologico educativo e di approcci psicoterapeutici secondariamente, quando vi siano altre difficoltà associate.
Capire se stessi è l’unica via per poter volere bene amare e proteggere gli altri, anche una compagna.

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