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Relazioni

Caratteristiche e Connotazione del Matrimonio Bianco

Il “matrimonio bianco” è un’unione coniugale nella quale i due partner per numerose ragioni non sono in grado di compiere l’atto sessuale nella sua essenziale estrinsecazione rappresentata dalla penetrazione del pene nella vagina.
E’ necessario esplicitare con estrema chiarezza tutte le caratteristiche che connotano una relazione matrimoniale di questo tipo, al fine di non sottovalutare la portata del problema e, soprattutto, per poterne trattare con cognizione di causa.
Le particolarità fondanti che presentano entrambi i coniugi in questione, per loro ammissione esplicita, consistono nel: non aver mai compiuto l’atto sessuale completo, né tra loro né con altri partner (salvo sporadici casi), sia prima della loro unione coniugale che dopo; nel consentire che questa situazione possa prolungarsi negli anni; e, soprattutto, nell’accettare che questo stato di cose quando vissuto in segreto, possa determinare una sorta di rassegnazione senza sbocchi.
Per matrimonio bianco, però, non deve intendersi una relazione di convivenza tra partner che non esercitino in alcun modo l’attività sessuale: al contrario, in queste unioni l’elemento sesso è ben presente e si estrinseca, seppur con una certa timidezza, in vari modi ma, inderogabilmente, senza il vero congiungimento attraverso la penetrazione.
Analizzando il fenomeno da un punto di vista conscio, e dunque logico, si deve supporre che una coppia così fatta non possa non essersi accorta di non desiderare veramente la penetrazione, o non abbia rilevato di poter fare a meno del congiungimento con una facilità che si definirebbe per lo meno inusuale.
Il normale percorso di due partner che desiderano giungere la matrimonio è appunto quello di fare una conoscenza il più possibile approfondita l’uno dell’altro, durante il periodo del fidanzamento, e sarebbe perciò illogico che tale conoscenza escludesse la tentazione di scoprire la magia del rapporto sessuale completo: attrazione istintiva e quasi obbligatoria in ogni coppia di giovani innamorati.
E’ questa la ragione per cui qualunque considerazione emergesse da principi morali non sarebbe sufficiente per spiegare la tacita esclusione, fin dai primi approcci, della penetrazione dal contesto dell’attività sessuale che, comunque, la coppia in qualche modo esercita senza alcun senso di colpa.
Accade però che in questi casi i partner divenuti coniugi continuano a consumare il sesso come avevano sempre fatto da fidanzati, adducendo sempre nuove scuse (il letto che cigola, i vicini potrebbero ascoltare, ect.) condivise da entrambi a sostegno dell’incompletezza della loro vita sessuale.
Il comportamento di queste coppie, in tale circostanza, lascia appunto trasparire come la situazione di irregolarità, emergente da un’attività erotica così concepita, fosse loro già nota appunto perché instaurata da tempo.
Il fatto poi che essi tacciano di questa défaillance perfino nei loro colloqui intimi non dimostra, in alcun modo, che essi non abbiano visto il loro limite: al contrario, è possibile che una tale irragionevolezza dimostri proprio la cognizione del problema, della sua gravità e dell’incapacità di risolverlo.
Bisogna infatti considerare che la condotta di queste coppie si snoda sulla falsariga di chi finge di credere che tutto funzioni per il verso giusto, tanto vero è che nessuno dei due coniugi si dimostra sorpreso per il fatto che la cerimonia nuziale non ha determinato alcun cambiamento nelle consuete abitudini sessuali, le quali, appunto, restano in parte proibite come prima del matrimonio.

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Milena Milone

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