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Cervello

Il trapianto di cellule staminali neuronali nel trattamento della sclerosi multipla.

Autori:Marco Tanini, Simona Leone, Eleonora Di Carluccio

Il trapianto di CSE come mezzo di rimodulazione immunitaria
Negli ultimi vent’anni, tra i trattamenti della Sclerosi Multipla, è stato introdotto anche il trapianto autologo di cellule staminali (aHSCT). Le prove raccolte in questo periodo mostrano che i maggiori benefici dell’aHSCT sono per quei pazienti che sono ancora in un decorso infiammatorio della malattia. Per questo motivo, la selezione dei candidati idonei per aHSCT è stato perfezionato, attualmente concentrandosi su RRMS. Inoltre, la mortalità correlata al trapianto (TRM) è diminuita.
Il trapianto di CSE rappresenta la più recente opzione terapeutica per il trattamento della sclerosi multipla, non più come terapia di “salvataggio” per pazienti molto avanzati che non rispondono ai trattamenti standard, ma per arrestare l’attività infiammatoria e la progressione della disabilità.
Il trapianto di cellule staminali neuronali
Un nuovo filone terapeutico è rappresentato dalla somministrazione di cellule staminali neuronali. Tali cellule sembrano avere un elevato effetto neurorigenerativo.
Le cellule precursori neurali (NPC) trapiantate in modelli animali di sclerosi multipla hanno mostrato efficacia preclinica promuovendo la neuroprotezione e la rimielinizzazione rilasciando molecole che sostengono il supporto trofico e la plasticità neurale. Ancora più interessante è il loro possibile utilizzo per riattivare cellule danneggiata nelle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e nel trattamento della depressione maggiore, in particolare la molecola NSI-189 normalmente prodotta da cellule staminali sembrerebbe mostrare importanti funzioni antidepressive.
Il razionale dello studio
La sicurezza e la tollerabilità di questo tipo di trapianto è stata indagata da un team di ricerca dell’Unità di ricerca di Neuroimmunologia e del Centro Sclerosi Multipla dell’IRCCS Ospedale San Raffaele (Genchi A. et al. 2023). Si tratta di uno studio clinico di fase 1 prospettico, terapeutico esplorativo, non randomizzato, in aperto, a dose singola (NCT03269071, EudraCT2016-002020-86) condotto presso l’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, Italia. Il medicinale a base cellulare consisteva in cellule staminali neuronali ottenute da un singolo feto umano post-concezione di 10-12 settimane (aborto elettivo) ed espansi in condizioni di buona pratica di fabbricazione (GMP), che è stato somministrato attraverso iniezione intraliquorale. I pazienti sono stati arruolati consecutivamente in quattro coorti di trattamento (TC) e ciascuno di loro ha ricevuto una singola somministrazione intratecale.
I principali criteri di ammissibilità includevano una diagnosi di sindrome premestruale, secondo i criteri McDonald 2010 rivisti, con un decorso progressivo, secondo la classificazione dei fenotipi di Lublino del 2013; fallimento/intolleranza a tutte le terapie approvate in base al decorso della malattia, o senza alcuna terapia alternativa approvata; evidenza di progressione della malattia (aumento di ≥0,5 punti della Expanded Disability Status Scale [EDSS] nell’ultimo anno; EDSS ≥6,5; età 18-55 anni; e durata della malattia 2-20 anni. L’obiettivo primario dello studio era valutare la fattibilità, la sicurezza e la tollerabilità di hfNPC (human-derived fetal neural progenitor cell migration), somministrati per via intratecale in pazienti con sindrome premestruale.
Risultati
Tra maggio 2017 e maggio 2019 sono stati arruolati 15 pazienti con sindrome premestruale: 12 pazienti hanno ricevuto il farmaco, due hanno abbandonato la sperimentazione per controindicazioni alla terapia immunosoppressiva e uno ha deciso di abbandonare spontaneamente la sperimentazione prima del trapianto da circa 50 milioni di cellule per il primo gruppo fino ad arrivare a 500 milioni per l’ultimo.
Attraverso un follow-up nei due anni successivi al trapianto attraverso un monitoraggio condotto con risonanza magnetica è stata evidenziata una significativa riduzione della perdita di tessuto cerebrale. Tale riduzione risulta più evidente nei pazienti che hanno ricevuto il maggior numero di cellule staminali neurali.
L’analisi qualitativa del liquor cefalorachidiano ha mostrato un aumento di fattori di crescita e sostanze neuroprotettive.
Ulteriori studi su un maggior numero di soggetti sono sicuramente necessari.
Bibliografia
Genchi A et al. Neural stem cell transplantation in patients with progressive multiple sclerosis: an
open-label, phase 1 study. Nature Medicine | Volume 29 | January 2023 | 75–85 doi.org/10.1038/s41591-022-02097-3

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Marco Tanini

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