Che ruolo hanno le emozioni nel miglioramento della salute?
Che il nostro stato d’animo e le emozioni che proviamo influiscano sulla nostra salute è un’esperienza che molti di noi hanno provato sulla propria pelle. La Programmazione Neurolinguistica può rappresentare un valido strumento, soprattutto per i medici, per comprendere questi meccanismi e aiutare i pazienti ad affrontare un percorso di guarigione.
Grazie alla traduzione in italiano del libro di Garner Thomson e Khalid Khan, Magic in Practice. Introducing Medical NLP: The Art and Science of Language in Healing and Healt (trad. italiana PNL per i Medici, Alessio Roberti Editore), il manuale ufficiale per la formazione nell’ambito della Society of Medical NLP, c’è da augurarsi che sia più semplice la diffusione di questo approccio anche nel nostro paese.
Nonostante che vi siano sempre più cure mediche a disposizione, i problemi per cui i pazienti vanno dal medico senza che vi siano evidenti cause patologiche sono tra il 25 e il 50% (British Journal of General Practice 54: 922-7) (1). Eppure nei tanti anni di studio che deve affrontare un medico, raramente gli si insegna a instaurare il giusto rapporto con il paziente.
Mai capitata un’influenza che proprio non se ne voleva andare in un periodo particolarmente stressante? Per non parlare del mal di testa…
A volte vi sono persone che, trovandosi di fronte a un problema di salute di una certa rilevanza, reagiscono in maniera inaspettata e guariscono più in fretta della media. Altre volte le persone si scoraggiano subito, magari perché hanno sovrastimato il loro problema, e si lasciano andare.
Ognuno di noi reagisce in maniera diversa in base a tutta una serie di fattori: storia personale, cultura, conoscenza dell’argomento, credenze, etc… L’aiuto che viene dalla PNL parte dal tenere ben presente il fatto che ogni persona ha una sua unicità e che persone diverse comprendono in maniera diversa. In questo senso la flessibilità nella comunicazione può rivelarsi una delle doti fondamentali del professionista medico del futuro.
Le dinamiche comunicative tra medico e paziente sono considerate sempre più imprescindibili per un’alleanza terapeutica funzionale. All’estero si è attivi su questo fronte già da alcuni anni e anche in Italia aumentano le iniziative dedicate a comprendere il ruolo della comunicazione nel processo di guarigione. Un protagonista sempre più presente in certi eventi è Hunter “Patch” Adams, l’inventore della terapia del sorriso.
La PNL può dare un grosso aiuto ai medici per comprendere e utilizzare in maniera più efficace gli strumenti comunicativi e relazionali per aiutare i propri pazienti nel percorso di guarigione. Già a partire dalla fase diagnostica, porre le giuste domande, in maniera diversa a seconda della persona che abbiamo di fronte, si rivela fondamentale per estrarre informazioni importanti, (il Metamodello della PNL ad esempio è un modo per porre domande di qualità e raccogliere maggiori significati dal nostro interlocutore).
Comprendere l’esperienza soggettiva del paziente si rivela fondamentale anche nella fase terapeutica. Cosa può rivelarsi veramente utile per un medico?
Comprendere i fattori che determinano una comunicazione relazionale efficace, con attenzione all’importanza di quella verbale, non verbale e paraverbale. La capacità di entrare velocemente in rapport con il paziente, e quindi la necessità dell’ascolto e della calibrazione di ogni persona, contrapposta alla lettura della mente. Può capitare di avere la sensazione che il medico descriva i nostri sintomi prima ancora che lo facciamo noi stessi. Questo atteggiamento a volte ci conforta come prova di grande professionalità, altre volte invece limita la nostra espressione.
Rilevante è poi la differenza fra mappa e territorio: cioè la capacità di comprendere i sistemi rappresentazionali prevalenti dell’interlocutore per avvicinarsi alla sua esperienza soggettiva. Questo ha a che fare con il modo in cui ciascuno si rappresenta la malattia e con la dinamica ricordi-emozioni: tutti fattori in grado di influenzare pesantemente la guarigione.
La PNL può aiutare a comprendere anche “il lato oscuro dell’empatia” nei confronti del paziente ed evitare “l’affaticamento da compassione”, gestire le prime impressioni che si hanno sulla persona che si ha di fronte e utilizzare un linguaggio maggiormente orientato alla guarigione, piuttosto che alla malattia. Basti pensare all’effetto che genera nella mente di alcune persone la parola “cancro”.
Il passo successivo è quello di attivare delle dinamiche nuove nel paziente ed accedere alle sue risorse per innescare il cambiamento. In questo senso, si tratta di imparare delle tecniche per ristrutturare gli stati disfunzionali rispetto alla guarigione, al fine di cambiare la portata emozionale del vissuto personale di una persona e così aiutarla a riacquistare la salute.
Non in ultimo la PNL può aiutare i medici a far sì che i pazienti rispettino le loro prescrizioni. Le ricerche mostrano infatti che le persone dimenticano dal 40% all’80% delle informazioni ricevute dal medico, spesso nel giro di pochi minuti dalla consultazione (2). Ottenere che il paziente rispetti con precisione le istruzioni fornite è una bella sfida per ogni medico.
Scheda Libro
Note
(1) Da Magic in Practice. Introducing Medical NLP: The Art and Science of Language in Healing and Healt (Trad. it. PNL per i Medici, Alessio Roberti Editore)
(2) Vedi sopra