Si rende necessario capire la differenza tra struttura nevrotica ed una patologica. Nelle nevrosi è sempre presente il conflitto, quindi c’è un Es con pulsioni sia sessuali sia aggressive che si esprime come un’Io che si difende. Nella psicosi praticamente manca l’Io, mentre nei Borderline c’è un Io strutturato in modo patologico; in genere la difficoltà a curare queste persone è causata dalla presenza di uno stato, un Io molto rigido fatto da difese rigidamente tenute ma in realtà molto fragilie immature o primarie. Questi pazienti per poterli in qualche modo differenziare dagli altri hanno tipiche costellazioni sintomatiche tra cui i sintomi nevrotici, che Kernberg chiama nevrosi polisintomatica. Ad esempio: fobie multiple che impongono gravi restrizioni alla vita quotidiana dell’individuo come la dismorfofobia.( La dismorfofobia è definita come l’ossessione per un difetto immaginario dell’aspetto esteriore.).I soggetti affetti da disturbo Borderline, se inquadrati sul versante più nevrotico sono in grado solamente di mantenere il lavoro, per il resto l’esame di realtà è limitatissimo soprattutto sul piano intimo-relazionale. Negli stati limite possiamo trovare anche tratti ossessivi, tipica è la paura della contaminazione o il bisogno di pulire in modo coatto che può imporre gravi restrizioni. Bisogna sempre considerare quando il sintomo è invasivo nella personalità dell’individuo. Secondo Kerneberg nel giro di qualche colloquio è possibile fare diagnosi di DBD ed è facilmente intuibile. Sintomi ossessivi, sintomi fobici, reazioni dissociative che assomigliano molto all’aspetto isterico, ipocondrie varie (laddove c’è un’ipocondria e consigliabile approfondire sempre). Tendenze sessuali perverse e polimorfe come la promiscuità omo ed etero appaiono spesso. Da non confondere con la moda del sesso libero.
Tra nevrosi e psicosi esiste quindi uno stato intermedio che può avere i sintomi di uno e dell’altro.
La classica formazione matura delle “relazioni oggettuali interiorizzate” che costituisce una struttura normale svanisce. Nel paziente Borderline queste relazioni sane (buildin blocks) non vengono assimilate, mancherebbero cioè formazioni in immagini coerenti e stabili. La mancata integrazione di immagini interiorizzate porta ad un’eccessiva “pulsione di aggressività”.
Laddove non c’è integrazione c’è la scissione: “[…]Ad esempio i pazienti potevano idealizzare il terapeuta, ma l’indomani svalutarlo, oppure potevano essere contenti di sé e in un altro momento molto insoddisfatti o depressi, e così via. In altre parole i borderline presentavano, in momenti alternanti, opposte e coscienti immagini del Sé e dell’oggetto, “buone” e “cattive” (con l’ottica della psichiatria descrittiva, questi quadri possono essere espressione di un disturbo dell’umore). In genere gli analisti tradizionali, di fronte a queste manifestazioni cliniche, utilizzavano il concetto classico di difesa: potevano teorizzare ad esempio che un paziente si difendeva da un affetto positivo o da un’attrazione inconscia svalutando l’oggetto, o viceversa che si difendevano da forti aggressività o odio inconsci (dei quali avevano troppa paura) con una idealizzazione conscia. Una osservazione clinica comune era che se queste difese venivano interpretate, o se questi pazienti venivano confrontati con le loro contraddizioni, mostravano un aumento di ansia, come se avessero bisogno di mantenere queste immagini scisse e ben separate[…]”
Viene a mancare una sessualità adulta e abbiamo un contatto primario come tipo di esigenza interiore oppure un certo tipo di masturbazione. K. inquadra le strutture della personalità pre-psicotica che sono la personalità paranoide, la personalità schizoide e la personalità ipomaniacale. L’altro sintomo importante che emerge nei Border è la nevrosi impulsiva o tossicomanica: esplosioni croniche e ripetitive di una coazione a livello pulsionale come un attacco bulimico o una compulsione alcolicha dove l’Io è egosintonico durante la manifestazione dei sintomi, ma sul finire di essi in qualche modo il soggetto assume un aspetto critico verso ciò che è stato fatto, diventa quindi egodistonico.
Attualmente il disturbo Borderline è uno dei più studiati e osservati nella clinica moderna. La panansietà sembra essere il fattore più presente e causa di frustrazione nell’individuo.
Clarkin, J.F. , Yeomans, F.E., Kernberg, O.F., (2000) Psicoterapia della personalità borderline, Raffaello Cortina ed. Milano