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Azienda e Organizzazione

Quando la Pace diventa una questione d’Immagine

La crisi non ha certo colpito la creatività del marchio Benetton, magari ad oggi sì, un po’ scontata, ma proprio per questo capace di imporsi all’attenzione comune in modo chiaro e senza esitazioni.
Risale all’ormai lontano 91’ il clamoroso bacio tra due ecclesiastici che tanto indignò l’assembramento clericale, ma quanto a campagne pubblicitarie di forte impatto, l’azienda di sicuro non si è risparmiata, e l’ ultimo colpo della ‘Fabrica United colors’ si offre come retaggio del ‘Toscani style’ dividendo ancora una volta l’ opinione pubblica ed ancora una volta provocando lo sbigottimento generale per un bacio evidentemente allusivo.
L’archetipo cui ispirarsi è stato rintracciato proprio in quel celebre gesto di concordia tra Leonid Breznev ed Erich Honecker del 1979 frutto di un’usanza russa e simbolo della Guerra fredda; che male c’è, dunque, a voler vedere la riappacificazione diplomatica tra il presidente americano Obama e il suo omologo Hu Jintao, piuttosto che tra Sarkozy e la cancelliera tedesca Merkel o, in un contesto molto più accidentato, quello tra il Papa e l’Imam, massimi esponenti di due mondi religiosi paralleli?
Così, dalla parodia di ‘ Striscia la notizia’ al messaggio didascalico del Photoshop il passo è tanto breve quanto il mutare delle conseguenze. E, se c’è chi, tra i leader mondiali, si ritiene indignato per questa mercificazione d’immagine, come giunge voce da Washington, c’ è addirittura chi vede nella speranza di conciliazione tra due dimensioni confessionali motivo di guerra legale e, ovviamente con ironia, si potrebbe pensare alla Shaw che “i pacifisti sono i peggior guerrafondai”.
Poi, a parte questa patina filantropica di cui si fa carico l’azienda trevigiana (sebbene prima di mandare per il mondo colombe con l’ ulivo, sarebbe meglio fare i conti in casa propria quando è da anni che viene condotta una battaglia per l’ espropriazione di territori in Patagonia contro la popolazione indigena Mapuche), è naturale di come si tratti di una campagna pubblicitaria a scopo di commercializzazione; e tuttavia, se il prodotto che si vuole immettere sul mercato deve recar con sé l’ immagine della pacificazione politico-religiosa per antonomasia, più che ostacolarlo per lesione del diritto d’ immagine, sarebbe forse meglio avallarlo, poiché il contenuto semantico che se ne evince è in ogni caso quello che viene più o meno ipocritamente sponsorizzato dalla bocca di tutti e ancor più di coloro che parlano dal pulpito.
Quello che semplicemente dovrebbe essere messo in evidenza è che, come disse John Lennon, “combattere per la pace è come fare l’amore per la verginità”

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Benedetta Cappellini