La comunicazione nel passare del tempo si avvalsa di diversi mezzi per la trasmissione delle informazioni dalla stampa, alla radio, al cinema fino ad arrivare alla televisione. La televisione sviluppatasi negli anni ’50 si è evoluta usufruendo di elementi tipici di altri modi di divulgazione informativa come i giornali, il cinema o la radio. Nell’evoluzione di questo mezzo si deve tener conto delle continue modifiche e ibridazioni che il palinsesto ha subito nel corso degli anni portando alla distinzione di diversi generi, ma anche ad una diffusa mescolanza di questi tale da rendere difficile una precisa classificazione. La nascita della televisione in Italia si manifesta con la presenza di un singolo canale dove la programmazione viene separata in base al pubblico da intrattenere e quindi suddivisa in fasce orarie. Assente agli albori del nuovo mezzo era la programmazione continua, infatti i programmi venivano trasmessi solo in orari prestabiliti. Questo mezzo alimentava il fenomeno della coesione sociale, in quanto data la sua scarsa diffusione iniziale, le trasmissioni erano un momento di riunione che non si limitava esclusivamente alla famiglia.
Il legame diretto con gli altri mezzi comunicativi si può osservare nello schema dei telegiornali che riprendono quello dei radiogiornali, o nella condivisione dello stesso linguaggio espressivo con il cinema ed il teatro, data dall’unione di immagini e suono. Questo permette una rielaborazione da parte della televisione dei tratti tipici di questi mezzi. Negli anni ’60 con lo sviluppo delle apparecchiature di trasmissione, come il collegamento via satellite, si rende possibile la diffusione televisiva in contemporanea di grandi eventi di cronaca, sport o incoronazioni reali e di conseguenza diminuisce l’esigenza di doversi riferire ad altri ambiti comunicativi. La televisione acquisisce una nuova caratteristica, la possibilità di creare un nuovo senso di realtà. Nascono così i media events, in cui in occasioni particolari si può avvicinare gran parte della popolazione attorno alla televisione, che segue in diretta l’evento. Qualche anno più tardi verranno creati anche programmi per ragazzi, proprio per allargare il bacino di utenti, che si dimostra un elemento fondante nella strutturazione delle trasmissioni.
Successivamente l’estensione di questo apparecchio e la nascita della concorrenza sia pubblica che privata, dovuta all’aumento delle reti televisive, provocarono l’ampliamento del palinsesto televisivo rivolto soprattutto ai programmi d’intrattenimento, ma anche alla creazione di programmi ibridi in modo da attirare una fetta più grande di spettatori. Proprio in questo contesto, negli anni ‘80, emergono i primi talk show e un posto centrale verrà acquisito dal reality show. Le fasce orarie della televisione aumentano e viene introdotta la fiction esportata dal già affermato modello americano.
Inoltre è da annoverare anche la pubblicità che gioca un ruolo importante all’interno della televisione, in quanto diventerà mezzo principale di finanziamento delle reti private e, in percentuale minore di quelle pubbliche, acquisendo così un’ampia presenza nel palinsesto, con l’unico scopo di pubblicizzare dei prodotti o dei servizi.
I programmi televisivi vengono così sottoposti ad una differenziazione di genere, non sempre identificabile nelle categorie prestabilite. La forte competitività nel tempo ha portato le reti televisive ad offrire una maggiore varietà di prodotti per poter attirare un numero più alto di ascoltatori.
Occorre rendere chiaro il concetto di genere che è usato essenziale come criterio di classificazione,in quanto si tratta di inserire dei parametri che riescano a operare una distinzione tra le diverse produzioni televisive. Il dibattito sui generi televisivi si può far ricondurre alla Poetica di Aristotele e alle diverse discussioni che essa ha prodotto per quanto riguarda la classificazione dei generi letterari, che poi si ripercuotono in quelli televisivi. Infatti si è riusciti a distinguere dei modelli di scrittura in base alle caratteristiche che ne differenziano il testo, ma dall’altra parte la contaminazione dei generi, attraverso elementi che possono essere ricondotti a diverse forme testuali, rende difficile una classificazione delle produzioni e quindi porta ad un’ibridazione dei generi. Quindi se da un lato nel tempo si è riusciti a trovare degli elementi che possono far ricondurre un testo ad un genere specifico, dall’altro la creatività e l’originalità degli autori hanno portato alla creazione di produzioni che raccolgono elementi vari appartenenti a generi diversi, così da creare difficoltà nel poter etichettare un testo in un determinato tipo di programma. L’utilità di poter operare una distinzione è dovuta principalmente al poter riferire il prodotto ad un pubblico specifico, cioè ad un target di riferimento, tutto questo naturalmente si può ricollegare alla commercializzazione dell’informazione e al fatto di assicurarsi la propria fetta di pubblico che può riconoscere il tipo di prodotto. Si rende necessario creare un ponte tra la produzione e il consumatore in modo da creare dei livelli di coesione e soddisfare le esigenze sia degli apparati produttivi che del pubblico.
I parametri1 che vengono utilizzati nella classificazione dei generi possono essere attribuiti alle proprietà di produzione e di forma come il tipo di linguaggio utilizzato e le tecnologie impiegate. Alle proprietà del contenuto che si riferiscono agli aspetti narrativi, all’ambientazione storica delle vicende narrate, alla tonalità. Questa sta ad intendere che per definire un genere è necessario tener conto dello stile del testo o di verificare la capacità che ha di suscitare differenti emozioni, e non solo della conclusione positiva o meno della vicenda, ed infine gli aspetti relativi alle modalità di rappresentazione. Ulteriore parametro è quello di analizzare il genere come funzione sociale. Le tre principali funzioni del genere sono, infatti, l’intrattenimento, l’educazione e l’informazione. L’intrattenimento è una delle funzioni largamente acquisita dalla televisione, mentre nell’ambito dell’educazione e dell’informazione si deve tener conto se si fa riferimento ad un servizio pubblico o ad un modello commerciale. In quanto l’uso dei media da parte di regimi può nascondere sotto la parvenza dell’informazione un progetto di manipolazione della masse al consenso.
Naturalmente nella varietà odierna un genere può assumere anche più di una funzione in base alle caratteristiche diversi segmenti che compongono il programma.